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VEDUTISMO

 

La mostra su Bellotto a Conegliano presso Palazzo Sarcinelli offre un’immagine sul vedutismo attraverso i quadri di Bernardo Bellotto, Canaletto, Carlevarijs, Guardi ed altri.


Immagine d'archivio
 
Il vedutismo in Veneto si contrappose al periodo caratterizzato dal Barocco per abbracciare un nuovo genere pittorico dove i temi privilegiati diventano le vedute prospettiche di piazze o monumenti; per Bernardo Bellotto città quali Venezia e Roma in primis frequentemente ottenute tramite l’uso della camera ottica.
 
Il vedutismo si diffuse in Olanda nella seconda metà del XVII secolo, per poi svilupparsi in Veneto grazie alla scuola di Antonio Canal e del nipote Bernardo Bellotto.
 
Al realismo vedutistico che consentiva di ritrovare facilmente i luoghi riprodotti, si affianca una pittura di capriccio che utilizzava archetipi figurativi del vedutismo accostati liberamente, a ricreare siti inesistenti, frutto dell’immaginazione dei singoli artisti.
 

La mostra su Bellotto a Conegliano presso Palazzo Sarcinelli ci dà modo di apprezzare la produzione artistica del vedutismo: Venezia, Roma, Dresda, Varsavia ed altre città europee con le loro piazze e scorci caratteristici diventano delle preziose fonti di ispirazione per molti pittori europei che hanno appreso le nuove tecniche di riproduzione della realtà per poi personalizzarla nella fase successiva più strettamente pittorica.

 
Strumento fondamentale per i pittori vedutisti diventa la camera ottica che permette di rilevare fedelmente il paesaggio; rilievo che sarà poi elaborato e personalizzato dal pittore nell’opera finale.
 

Di particolare interesse le immagini di quei pittori settecenteschi esposti alla mostra su Bellotto a Conegliano presso Palazzo Sarcinelli che a Venezia abbracciarono il vedutismo: davvero fedele fu la riproduzione nei minimi dettagli di calli, campi e ponti.