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CAMERA OTTICA

 
La camera ottica influenzò rapidamente il modo di rappresentare la realtà; già nel 1200 alcune testimonianze ci parlano della sua esistenza: era strumento di aiuto al disegno ed alla pittura che fu perfezionato nel 1500 con l’introduzione di una serie di specchi e lenti per migliorare l’immagine restituita dalla camera ottica.
 
La camera ottica fu usata durante il vedutismo in particolare dai vedutisti veneziani del 1700 come Canaletto, Michele Marieschi, Bernardo Bellotto e Francesco Guardi; era uno strumento fondamentale per le loro vedute fedelissime di canali, ma soprattutto di architetture quali chiese, campi e monumenti veneziani.
 
 

BERNARDO BELLOTTO

ca dei carraresi
Immagini d'archivio
 
La mostra di Bellotto a Conegliano in Palazzo Sarcinelli presenta dei quadri dove questo strumento è spesso usato per ottenere fedeli rappresentazioni della realtà. La camera ottica era nata come prodotto dell’Illuminismo, strumento in grado di superare l’esasperata interpretazione del barocco, in termini di razionalismo.
 
Grazie alla camera ottica dotata di specchi, lenti e torrette l'immagine del paesaggio era proiettata su una tela e di conseguenza da lì era direttamente riprodotta.
 
Il risultato dell'uso della camera ottica faceva in modo che i quadri così ottenuti potessero rappresentare un luogo entro un angolo visuale molto più ampio di quello umano, arricchendo quindi l’opera di maggior valore documentario quale era richiesto dalla committenza. Fu uno strumento che influenzò la vita di Bellotto e degli altri vedutisti veneziani.
 
Infatti una caratteristica molto apprezzata dai clienti soprattutto stranieri era di portare a casa dopo un soggiorno a Venezia un ricordo il più ampio e preciso possibile di quella città incantata.
L’uso della camera ottica poteva indurre a volte in errore; quando orientando l’obiettivo in una posizione successiva alla prima, le linee della prospettiva cambiavano inclinazione.
 
Ciò successe ad Antonio Canal che in qualche suo quadro dovette ricorrere a degli adattamenti prospettici per evitare, specie nelle vedute architettoniche, eccessive deformazioni.
Per i tradizionalisti l’uso della camera ottica nel settecento faceva apparire i vedutisti come dei pittori minori, che si servivano di mezzi meccanici per costruire immagini pittoriche per loro natura prodotte solo della fantasia.
 
 
 
 
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